Il castello di carte della Team si è retto in piedi, apparentemente stabile, fino a quando gli è stato possibile bleffare. Poi è crollato. Nel passato in quella cloaca che è sempre stata la Team, anche quando non dava l’impressione di esserlo, è finito di tutto. Di tutto è finito nelle fogne in un maleodorante insieme di effluvi e di liquidi nauseabondi. Dietro i rifiuti e la loro raccolta, il loro smaltimento o l’incenerimento c’è stata sempre una selva oscura di strani personaggi e di strane vicende, le ombre del malaffare e dell’affarismo, la malapolitica. Nel caso della Team la cronaca è stata nel passato ricca di episodi che sono stati al vaglio della magistratura e hanno portato ad avanzare più di un sospetto. Non si era però mai arrivati a Teramo oltre il confine di qualche disservizio, di qualche mancato ritiro di questo o di quel genere di rifiuti, oltre qualche discutibile differenziamento. Non si era mai varcato il limite e non si era mai visto ciò che abbiano dovuto vedere in queste ultime settimane: rifiuti e sacchetti lasciati per strada per giorni e giorni, non raccolti, non portati via, ma ammucchiati sotto la pioggia e sotto la neve. Dobbiamo riconoscere e prendere atto che siamo di fronte ad un completo fallimento, per descrivere il quale non ci sono più parole da poter usare, perché le abbiamo esaurite tutte e non ne abbiamo più che siano in grado di descrivere la situazione. Disordine amministrativo, bilanci ballerini e poco chiari, figure professionali bruciate come in continui falò, decisioni che non si capisce da chi vengono assunte e come prese, e perché si continua a pretendere di imporle ai riottosi. Il fallimento della Team e di tutto ciò che la riguarda è la rappresentazione esatta di una lunga serie di fallimenti che coinvolge l’amministrazione Brucchi ma anche quelle che l’hanno preceduta, perché la società mista pubblico-privata è sempre stata considerata ed utilizzata come un carrozzone, sul quale sistemare amici, parenti e affini, elettori e sodali, al di là di ogni merito e di ogni competenza. La Team di oggi, ma anche quelle di ieri, mi fa pensare ad un trogolo nel quale si cacciano confusamente con i musi e le zampe diecine e diecine di suini, alla ricerca disperata di poter agguantare più “sbobba” dei rivali, continuando a grugnire le proprie ambizioni, le proprie richieste e i propri vanti, a giustificazione delle proprie volontà di affermarsi e di accreditarsi presso i potenti, per poterne essere gratificati.
Le cifre che i teramani
stanno pagando per la tassa sui rifiuti, quale
che ne sia il nome, sempre cambiato per non farla individuare
facilmente, sono enormi. Sono veramente da esborso cruento. I
teramani si stanno dissanguando e più si dissanguano più cresce
il disservizio e più cresce la spartizione delle prebende. Siamo
arrivati ad un punto non più sostenibile, una soglia senza
ritorno, che meriterebbe una risposta in termini di
disobbedienza civile.
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