Il corrosivo del 14 ottobre 2014
Rigurgiti di opposizione
Rigurgiti di opposizione. Non mi viene in mente un’altra
espressione. Forse potrei usarne un’altra: opposizione
postuma, ma preferisco la prima. E’, comunque,
un’opposizione tardiva, infruttuosa, sterile. Non si
capisce a che cosa possa portare. Ormai si è votato, il
sindaco è stato riconfermato, la nuova pletorica
amministrazione è stata composta. I risultati sono sotto
gli occhi di tutti. La situazione è perfino peggiore di
quanto si potesse immaginare e di quanto si temesse. Ma
qua e là emergono voci che si oppongono, che denunciano,
che strillano, che reclamano, che fotografano e
denunciano scempi cittadini, che sottolineano mancate
promesse e inadempienze, che recriminano.
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Ci
sono ex candidati della maggioranza che si
oppongono dopo essere stati trombati o dopo essere
stati esclusi dalla giunta. Ci sono voci dissonanti
che si esercitano con la stessa passione che
esprimevano quando erano assonanti ed elogiative. Ci
sono personaggi che starnazzano, ma prima pensavano
di poter cantare come i merli ed altri volatili di
nobile progenie. Ci sono anche quelli che avevano
promesso di opporsi e continuano a non farlo, anche
se, di tanto in tanto, fingono di farlo, ma a bassa
voce, per non disturbare troppo. Il pensiero non può
non andare ai due grullini e a Pomante, che ormai
viene dato in marcia verso le posizioni
sottanelliane. Continuano a parlare di opposizione,
ma la qualificano come costruttiva e quindi ne
svuotano la portata e il significato. Pomante dice
che chi si è opposto nel passato non ha ottenuto
nulla. Lui pensa di ottenere qualche cosa. Speriamo
che non si accontenti di ottenere qualcosa per sé
solo, ma per tutta la città, che però continua a non
ottenere niente. Sono arrivate le stangate con i
bollettini da pagare ed è tutto un lamento. I
teramani si strappano le vesti e si lamentano tanto
forte da farsi invidiare dal coro delle “Coefore”,
ma nessuno è tanto coraggioso da tagliarsi la mano
con cui ha votato.
E,
a proposito di voto, devo dire che non li ho visti,
ma ho saputo che hanno votato: i grandi elettori,
perché ora ce ne sono di grandi e di piccoli. Per la
provincia hanno votato i “grandi”, ai piccoli, cioè
agli elettori normali, è stato rubato il diritto di
voto. La questione dell’abolizione dell’abolizione
della provincia è ridicola e ci sarebbe da ridere se
non ci fosse da piangere. Avremo un consiglio
provinciale e un presidente della provincia votati
non da tutti, ma solo da taluni, in nome della
rappresentanza della rappresentanza dei
rappresentanti dei rappresentati. E anche qui si
sono visti rigurgiti di opposizione, con minoranze
che hanno finto di opporsi alle maggioranze con le
quali, invece, si sono alleate, stringendo di
nascosto numerosi squallidi accordi di potere,
stretti sottobanco e certamente in maniera non
nobile. Si sono consumate piccole e grandi vendette;
sono stati portati a termine piccoli e grandi
tradimenti; i traditi hanno tradito a loro volta e i
traditori sono stati a loro volta traditi. Destra,
sinistra, centro e qualsiasi altra posizione
politica hanno costituito insieme una larga palude
di melma maleodorante, il cui fetore è arrivato in
tutte le nostre case, di noi che non abbiamo votato
e che non avremmo potuto votare anche se avessimo
voluto. La finzione continua: le province sono stata
abolite, ma i consigli provinciali e i presidenti
continuano ad essere eletti.
Ci
sono rigurgiti di opposizione in un popolo ormai
piegato, rotto a tutti i vizi e abituato ad
accettare tutte le nefandezze, incapace perfino di
protestare in maniera vigorosa, figuriamoci se possa
trovare in sé il coraggio di ribellarsi. Protestare
sì, ma non troppo, grida sì, ma non troppo forte,
non bisogna disturbare chi comanda ed ha il potere.
Vomitevole situazione. Nuovo presidente della
provincia qui da noi sarà il Renzo di Renzi, ma
votato anche dal centro-destra e Astolfi, appoggiato
anche da alcuni uomini del centro-sinistra, è stato
sconfitto, in un groviglio di alleanze
inconfessabili e di concessioni deliranti.
Che cosa potrà fare il nuovo presidente e che cosa
il nuovo consiglio, privati di ogni potere reale,
non lo si può dire. Saranno il nulla che
amministrerà il nulla, ma ci costeranno lo stesso
parecchio. Toh, eccone un altro che si alza e si
oppone… finora aveva sempre lodato e sbrodato… ora
si oppone, perché il tozzo di pane quotidiano non lo
ha avuto. Tornerà presto nella mota, insieme con il
contentino.
Gli oppositori postumi ribollono, come quando con
una ventosa si stura un lavandino e tutta la
zozzeria che lo aveva otturato risale a galla,
risucchiata, per poi tornare a perdersi nel tubo di
scarico, producendo quell’inconfondibile rumore che
fa schifo anche ad ascoltarlo. Turbolenze di un
ventre pieno d’aria e quel che ne consegue. Non si
tratta soltanto di rigurgiti di opposizione, ma
anche di altro. Sono scorregge di opposizione.
Stiamone alla larga. Né il rumore né l’odore sono
gradevoli.
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